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TARKOVSKIJ padre e figlio (10.8.17)

STALKER di Andrej Tarkovskij. l’infelicità come perseguimento di desideri convenzionali: per comprendere se stessi bisogna fare di sé terra bruciata e mettersi in ascolto di quello che resiste. il cupo e fosco fuoco degli occhi dell’amata di Tjutčev. le neuroscienze dicono che la conoscenza modifica la materia fisica del nostro cervello. l’uso continuo delle parole permette ai poeti di collegare zone remote della conoscenza, essi vedono un mondo nuovo nel mondo comune: non un mondo immaginario ma un mondo intero, completo delle sue parti, visibile e invisibile. Arsenij Tarkovskij: “e sulle ginocchia della meraviglia, solo come orfano, pongo me stesso”

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