APPELLO ALL’IDIOZIA (4.8.18)
Tutti crediamo che il mondo interiore degli altri sia simile al nostro. Questo è l’errore nel quale incorrono quelli che chiamano “buonisti” e “ipocriti” coloro che hanno la capacità di vedere e sentire il dolore degli altri. Se non vedete il dolore degli altri, se tanto meno lo sentite, non pensate, vi prego, che ad altri non sia dato vederlo e sentirlo. Quella che chiamate “bontà ipocrita” è un lavoro, un’educazione, una millimetrica disciplina del bene, una scelta morale da compiere a ogni bivio. Scegliere di essere “buoni” non vuol dire essere cretini giulivi, non conoscere il male che saremmo in grado di compiere, vuol dire essere idioti dostoevskiani, scegliere quotidianamente la parte di sé che coincide con gli altri.
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